Tintoretto, il grande artefice del Rinascimento italiano, ha segnato in maniera profonda il volto artistico della città lagunare. Pittore irrequieto, era capace di sbalordire i suoi committenti con trovate sorprendenti, anche grazie alla gran velocità con cui eseguiva le sue opere. Le innovazioni tecniche della sua pittura hanno esercitato un’influenza profonda e costante sulla storia dell’arte. La cerchia dei suoi ammiratori va da Peter Paul Rubens e El Greco fino a Max Beckmann e Jackson Pollock; Tintoretto ha lasciato nelle loro opere tracce tangibili. Paul Cezanne a nome di tutti lo ha visto come l’idolo della pittura: “La sua opera è immensa, include ogni cosa dalla natura morta fino a Dio; è un enorme arca di Noè; io mi sarei trasferito a Venezia soltanto per lui!”. Non ci sono dubbi sulla modernità del Tintoretto, sulla audacia delle sue pennellate, sulla complessità delle storie narrate nei suoi quadri giganteschi, sulle sue strategie che oggi definiremmo da marketing. Tanto più sorprende è il fatto che non esista un documentario che ritragga in maniera attualizzata un maestro così ricco di fantasia.