È un racconto lineare, chiaro e raffinato quello su Palladio che il regista Giacomo Gatti, anche autore della sceneggiatura insieme a Elia Gonella, ha intrapreso. Lineare e senza orpelli proprio come lo stile dell’architetto veneto del Rinascimento che, in questo documentario, viene narrato attraverso episodi e dialoghi che si svolgono parallelamente in contesti diversi, dove il filo conduttore è proprio lui: Palladio, attraverso il suo stile classico, socialmente rivoluzionario e imitato negli anni fino ad oggi.
Dall’Université Libre di Bruxelles, dove l’architetto e docente Gregorio Carboni Maestri introduce ai suoi studenti la figura di Palladio, per poi portarli a Venezia, a “non vedere” – secondo un consiglio di Peter Eisenman – il visibile all’interno della chiesa del Redentore, simbolo di quella peste devastante che, tra il 1574 e il ’75, decimò quarantamila morti, fino a giungere, come in un road movie di dialoghi e immagini, oltreoceano alla facoltà di architettura della Yale University, dove Kenneth Frampton e l’archistar Peter Eisenman raccontano le influenze del creatore italiano rinascimentale all’interno del proprio lavoro, fino a ritornare all’interno delle stupende ville palladiane.

A Villa Saraceno Lorella Tonellotto Graham mostra la dimora che custodisce con passione, sostenendo che questi luoghi debbano essere fruiti da chiunque, secondo un’ideale democratico palladiano.

Il viaggio di Carboni Maestri è dunque intervallato da scorci e interventi di studiosi, storici, proprietari delle ville, conservatori e dalle restauratrici del Centro Europeo di Restauro di Firenze che si riuniscono nei saloni della Villa in occasione di un congresso sulla figura di Palladio a Vicenza. Quei saloni dove Viscontigirò Senso e che, ancora oggi, sono vissuti e ben conservati. Questo gruppo è il fulcro per narrare, attraverso linee e immagini ordinate e dirette, come le strutture lineari delle dimore del Palladio, il contesto storico, politico, estetico e sociale in cui il veneziano iniziò a operare. Le architetture del Palladio rappresentano infatti anche un chiaro punto di vista politico: era passato il tempo dei feudi e, nella seconda metà del Cinquecento, la cultura diviene uno strumento di forza rappresentativo in diversi settori e la sintesi delle forme attraverso la pulizia di elementi estetici superflui ed ostacoli pratici in architettura – come i fossati intorno alle ville – sono dei chiari esempi di questa nuova credenza nella Repubblica. Palladio è un progetto cinematografico dedicato all’architetto Andrea Palladio, che con la sua opera divenne il punto di riferimento per la costruzione dei più importanti edifici del potere nel mondo. È un viaggio alla scoperta dell’universo antico di Palladio, ma al contempo della sua modernissima eredità: infatti, Wall Street – come d’altra parte anche la Casa Bianca e il Congresso – è stata costruita seguendo le indicazioni che il maestro ha lasciato scritto quattrocentocinquanta anni fa. Il docu-film è un viaggio tra New York, la Virginia, Washington D.C., il Veneto delle grandi ville e la Roma dei templi classici. Immagini rigorose ed evocative portano sul grande schermo edifici iconici come Villa La Rotonda, Villa Foscari, la Chiesa del Redentore a Venezia, la Casa Bianca, il Campidoglio, il Pantheon e i fori romani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *