Sei giorni nella vita quotidiana di Sergej Donatovič Dovlatov, giornalista nella San Pietroburgo del 1971 e destinato a diventare – una volta emigrato negli Stati Uniti – una delle figure più rappresentative della letteratura russa moderna. Insieme all’amico e poeta Joseph Brodsky, e a tanti altri membri della comunità artistica cittadina, Dovlatov fa di tutto per non piegare la sua indipendenza creativa alle richieste opprimenti del regime, arrivando a licenziarsi pur di non cedere al compromesso. “Ci vuole coraggio per mantenersi integri quando non si è nessuno”, si ripete Sergej Donatovič Dovlatov – interpretato dall’ottimo Milan Marić – dopo essersi licenziato dal giornale in cui sbarca il lunario, per il quale i suoi articoli sono sempre troppo cupi, pessimisti, avversi alle progressive sorti del socialism.