Nel docu-film, prodotto da Sugar Play, la cantante-discografica si racconta in una lunga intervista, dove mette a nudo anche le sue fragilità, commuovendosi al ricordo del padre malato di depressione e della scomparsa di un caro amico, Ennio Morricone, che lei portò a collaborare in Django con Quentin Tarantino. Ci sono tanti aneddoti sui colleghi degli inizi, da Celentano a Morandi, il periodo in Rai dove parlava di musica e portò illustri sconosciuti come Franco Battiato e Guccini, presente anche nel documentario insieme a Paolo Conte, che la Caselli portò alla fama in Francia. Un racconto autentico e sentito, non un semplice documentario: Caterina Caselli è una cantante di successo, ma è anche una donna, tenace, intraprendente, instancabile. Ciò dimostra come sia riuscita, ancora oggi a mantenere la sua aura di arcana eccezionalità, imponendosi di fronte ad una pluralità molto spesso maschile, lasciando il proprio segno distintivo in quella che può essere considerata una new age all’italiana.